Il celebre dolce noto in tutto il mondo nacque “Alle Beccherie” di Treviso a fine anni ’50. Ma ora i proprietari sono costretti ad arrendersi alla crisi
A suo modo è uno dei simboli per la cucina italiana, imitato in tutto il mondo ma non con lo stesso successo che ha qui da noi. Eppure il tiramisù sembra non essere riuscito a salvare il futuro del ristorante ‘Alle Beccherie‘ di Treviso, ossia la cucina nel quale era nato per la prima volta alla fine degli anni ’50.
La scorsa estate gli eredi dei primi proprietari avevano scatenato l’opinione pubblica perché volevano inoltrare domanda per farsi riconoscere il copyright sull’invenzione del classico dolce a base di savoiardi, crema al mascarpone e caffè, supportati in questo direttamente dalla Regione Veneto e del suo presidente, Luca Zaia, che voleva farlo diventare il vero ‘dolce di Treviso’.
Oggi però il locale dopo 76 anni di vita gloriosa e soprattutto fama anche al di fuori dei confini cittadini, non solo per il tiramisù, è costretto a chiudere. La famiglia Campeol, che ancora lo gestisce con gli eredi dei primi proprietari, non ce la fa più ad andare avanti con la crisi. Non si può vivere soltanto di tradizione e di storia, ma è un altro pezzo dell’italianità vincente che è costretto ad ammainare bandiera bianca.
Sconsolata la reazione del governatore Zaia: “E’ una notizia che annuncia la cancellazione di una pagina della cultura enogastronomica mondiale”. In ogni caso ormai la cultura del tiramisù ha invaso tutta l’Italia e almeno per questo la storia del ristorante rimarrà anche oltre i suoi proprietari, anche se a loro alla fine è andato di traverso.