La triste storia del Valle del Giovenco, in Abruzzo, che sarebbe stato usato per riciclare denaro sporco
Il calcio finisce un’altra volta in tribunale ma questa volta non c’entrano nulla le schede telefoniche di Moggi o le partite truccate. Piuttosto si tratta di una vicenda legata agli arresti legati a quello che sta succedendo attorno a Finmeccanica e vede coinvolto secondo la Procura di Napoli anche il dentista ed ex deputato Vincenzo Berardino Angeloni, ma tocca anche due società calcistiche abruzzesi, l‘Avezzano e il Pescina.
Prima Angeloni, sul finire degli anni Novanta ha cercato di rilanciare l’Avezzano, un un solo anno finito sotto il peso dei debiti e fallito. A metà degli anni Duemila ci ha riprovato facendo nascere sempre in Abruzzo il Valle del Giovenco, fusione di tre società tra cui il Pescina. Sembrava la volta buona, tanto che tra acquisti mirabolanti e sponsor prestigiosi la squadra arriva sino alla Prima Divisione (ex serie C1). Qui però entra in scena, sempre secondo le ricostruzioni, Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato della Telespazio e fondatore della Selex, società della galassia Finmeccanica.
E la società calcistica diventa così un modo per ‘lavare’ i soldi sporchi, con alcuni fondi che passano dalla Selex alla Valle del Giovenco senza motivo. Nel 2010 Angeloni viene arrestato nell’inchiesta sulle presunte corruzioni nella ricostruzione post-terremoto all’Aquila e nel 2013 arriva un secondo arresto disposto dall’Antimafia di Napoli. Ora il terzo, sempre per ordine dei magistrati napoletani, con alcuni risvolti inquietanti come anche il viaggio di Angeloni negli uffici Finmeccanica con 4 milioni di euro presi dal doppiofondo di una libreria e nascosti in due borsoni proprio della squadra Valle del Giovenco.